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Cos’è il trasporto intermodale o trasporto combinato

Il trasporto intermodale ha l’essenziale caratteristica di poter portare grandi «carichi unitizzati», ovvero container o per meglio dire Unità di Trasporto Intermodale (UTI) così da movimentare la merce con efficienza, senza rotture di carico e su costi complessivi ridotti. La merce viene sistemata direttamente presso la fabbrica o presso il magazzino dello spedizioniere e viene trasportata tramite i container (UTI) e, anche se cambia tipo di trasporto, dal trasporto su strada, alle rotaie o al trasporto navale, non viene mai tolta fino alla destinazione.

camion con unità trasporto intermodale

 

Nel trasporto intermodale sono spesso riscontrati i termini “trasporto combinato” o “autostrada viaggiante”.

Parliamo di trasporto combinato quando la merce depositata nei container viene trasportata su strada ma anche su rotaia, quindi si tratta di una combinazione dei mezzi di trasporto. L’autostrada viaggiante invece è l’espressione che viene utilizzata quando l’intero camion viene trasportato insieme alla merce su carri ferroviari appositi. In Italia, questo tipo di trasporto viene utilizzato raramente, anche se ultimamente è una modalità in crescente aumento.

Trasporto intermodale: tutti i vantaggi

I vantaggi del trasporto intermodale sono molteplici, in particolare:

  • vengono sfruttati meglio i tempi di riposo degli autisti sulle autostrade viaggianti in quanto l’autista si riposa mentre il camion è trasportato per arrivare alla stazione di destinazione;
  • è un modo efficiente per trasportare le merci sfuse;
  • l’utilizzo dei container permette di maneggiare e spostare grandi volumi di merce da un mezzo ad un altro con facilità e tempi ridotti;
  • ridotto rischio di danneggiare la merce;
  • sfrutta più modalità di trasporto per ottimizzare costi e tempi;
  • salvaguarda l’ambiente.

Gli svantaggi del trasporto intermodale

Può essere molto costoso. Se parliamo ad esempio delle “autostrade viaggianti” i costi per realizzare l’infrastruttura e i carri ferroviari necessari per poter trasportare un peso così elevato sono altissimi. Questo è il motivo per cui attualmente i trasporti di questo tipo vengono effettuati solamente con aiuti stanziati dai paesi che intendono limitare il transito di veicoli pesanti.

L’Italia e il trasporto intermodale: punti di forza e criticità

L’Italia è il ponte economico e logistico tra l’Europa e la sponda Sud del Mediterraneo e costituisce sicuramente una posizione strategica per il trasporto marittimo e intermodale.

Alcuni dati del rapporto SRM del 1° ottobre 2020 ci dicono che:

  • l’Italia rimane il leader dello SSS (Short Sea Shipping – trasporto via mare a corto raggio) nel Mediterraneo. Occupa il primo posto sul podio con 246 mln di tonnellate di merci trasportate e una quota di mercato del 39%;

  • i primi 5 Energy Ports italiani (Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova) rappresentano il 69% dell’intero traffico liquido nazionale e Trieste, con 43,3 milioni di tonnellate, si conferma lo scalo italiano che movimenta i volumi più elevati. Seguono Cagliari ed Augusta in Sicilia;

  • l’Italia presenta nel 2019 un buon valore degli scambi commerciali via mare (valore pari a 249,1 mld €, che registra un -1% sull’anno precedente). Nel 2020 per l’import-export si è registrato un calo del 21% nel primo semestre causa Covid-19;

  • la Cina è il principale Paese fornitore dell’Italia: con 23,1 mld € rappresenta il 18% di tutto l’import via mare italiano. Il primo Paese cliente per modalità marittima invece sono gli USA che con 28,1 mld € concentra il 24% del nostro export;

  • il 36% del traffico di rotabili in transito nei porti fanno elemento di pregio del traffico italiano Ro-Ro;

Secondo lo stesso rapporto, il 36% dell’interscambio italiano è assorbito dal mare ma la percentuale maggiore resta sempre quella relativa al trasporto su strada, registrando il 50%.

Manca il pezzo del ferro, a cui vogliamo dedicare alcune riflessioni.

Nell’intermodalità efficiente fa la differenza il servizio di carico-scarico. Quello che all’Italia manca è il miglioramento dell’efficienza portuale e la valorizzazione della sua catena logistica. La proposta di SEM è di creare più trasporto ferroviario per garantire rapidità di interconnessione con gli altri sistemi di trasporto.

DOMO2 – corridoio intermodale europeo

Rimanendo nel tema, il 2021 sembra tracci l’inizio di tanti progetti attesi a salvarci. Stavolta la notizia arriva dall’accordo tra Ferservizi e CargoBeamer, supportati dalla Banca Europea degli Investimenti.

Parliamo dello scalo ferroviario di Domo 2: la grande piattaforma di smistamento, quella che viene chiamata la cattedrale nel deserto ed è ubicata in località Beura-Cardezza, costata 500 miliardi di lire e da decenni ampiamente sottoutilizzata. L’accordo ha come oggetto una porzione di 250000 m2 dello scalo di Domo 2, circa un quarto dell’intera area.

Uno scalo che ha una potenzialità di 50 treni/giorno con la Svizzera.

CargoBeamer è una società intermodale di Lipsia che con un piano di espansione del dicembre 2020 ha ottenuto 12,5 milioni di euro dalla BEI per realizzare e potenziare tre scali ferroviari europei (Calais in Francia, a Kaldenkirchen nella Germania – al confine con l’Olanda, e a Domodossola). Con una ricca esperienza nel settore intermodale, strada – rotaie e utilizzando proprie soluzioni tecnologiche, viene stimato che la società intermodale di Lipsia investirà fino a 30 milioni di euro su Domo2.

La pandemia e l’impatto sul trasporto intermodale

Anche sul fronte del trasporto marittimo e della logistica, che valgono circa il 12% del PIL globale, notiamo squilibri segnati dalla pandemia. FMI prevede un calo di -4,9% nel 2020, una crisi  “come nessun’altra” con un recupero molto lento nel 2021.

Nonostante il Covid-19 abbia condizionato molto il commercio marittimo mondiale, il mare è rimasto protagonista degli scambi del 90% delle merci. All’Asia non è stato tolto il titolo di maggior player sul segmento container.

Meno TEU trasportati, velocità ridotte, percorsi allungati: slow steaming e blank sailing, alcuni termini emersi dalla pandemia Covid-19 nel settore dell’intermodalità

  • il calo del 7,3% sui TEU trasportati nel 2020 riporta il segmento dei container ai volumi del 2017: praticamente il virus ha portato via al settore gli ultimi quattro anni di crescita;

  • Capo africano di Buona Speranza preferito rispetto al Canale di Suez per i costi del pedaggio ridotti;

  • “slow steaming” – minore velocità delle navi per ridurre i costi;

  • “blank sailing” – rotte cancellate per mancanza di carichi che hanno rotto l’intera catena intermodale;

  • Sensibile aumento del trasporto su rotaia sulla rotta Cina-Europa e viceversa: buona parte dei dispositivi di difesa anti-covid, quasi 5 milioni di pezzi, ha preso la strada della ferrovia.

Ottimizzazione percorsi e trasporto sostenibile

Il trasporto su strada, come emerge dallo studio, è per l’83% delle imprese la principale modalità utilizzata; il restante 17% è combinazione strada/ferrovia.

Per facilitare il lavoro delle aziende di trasporto in Italia, a livello amministrativo c’è bisogno di incentivare l’outsourcing e di implementare clausole contrattuali che le favoriscano.

A livello operazionale, invece, esiste una chiave che possa sbloccare i progetti dei trasportatori ed aiutarli a risparmiare tempi, denaro e avere contratti soddisfacenti grazie alle consegne puntuali.

Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di creare sostenibilità e ridurre i costi tramite l’ottimizzazione dei percorsi e la posizione della merce in tempo reale. Inoltre con una pianificazione rapida ed efficiente degli incarichi per la tua flotta hai modo di risparmiare carburante, fare più scarichi/carichi nello stesso tempo e salvaguardare l’ambiente dai consumi in eccesso.

Inoltre, se monitori la posizione dei tuoi mezzi, dei semirimorchi o addirittura dei container che stai trasportando, hai modo di essere sempre pronto ad accogliere qualsiasi evenienza, senza perdite di tempo.

Un sistema di localizzazione satellitare come SafeFleet è in grado di fornire:

  • Visualizzazione in tempo reale della flotta e della merce (nel caso di semirimorchi e/o container);

  • Controllo a 360° dei percorsi e della merce trasportata;

  • Report sull’attività dei mezzi (km percorsi, carichi/scarichi eseguiti, carburante consumato, tempi di sosta, tempi di guida e di riposo);

  • Servizio gestionale per l’importazione dei documenti della flotta e delle date di scadenza relative alla flotta;

  • Accesso multiutente tramite app mobile, desktop e API.

Chiedi un confronto con un consulente SafeFleet per capire come potresti gestire le lunghe distanze con un sistema di ottimizzazione percorsi e monitoraggio in tempo reale, adottandolo alle particolarità della tua flotta.

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