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Il mercato italiano del trasporto commerciale ha visto una leggera crescita del 3.5% nel 2019 rispetto all’anno precedente, per quanto riguarda il numero totale dei veicoli commerciali, con una flessione solamente negli ultimi 2 mesi dell’anno, mentre per lo stesso intervallo di tempo, il parco dei veicoli industriali ha subito un calo del 7.8%. In scia, i mesi di gennaio e febbraio 2020 hanno visto un calo delle immatricolazioni dei veicoli commerciali del 2.3% e 4.9% (fonte: UNRAE). In questo contesto già abbastanza negativo, l’emergenza COVID-19 ha avuto un grande impatto sul settore del trasporto commerciale in Italia.

 

volume del traffico dei veicoli commerciali

(Fonte: dati in-house SafeFleet – Volume del traffico di veicoli commerciali in Italia)

 

Nelle due settimane successive al primo decreto legge del Coronavirus del 6 marzo e al Decreto #ioRestoaCasa del 11 marzo è stato osservato un calo del 43,2% del numero totale di chilometri giornalieri percorsi dalle flotte monitorate attraverso i sistemi GPS SafeFleet.

La tendenza è rimasta la stessa anche nella terza settimana di marzo, con gravi ripercussioni sul presente e sul prossimo futuro del settore dei trasporti e sull’economia in generale, con un calo del 51,8% del numero totale di chilometri giornalieri percorsi dalle flotte monitorate attraverso i sistemi GPS SafeFleet rispetto all’inizio del mese.

Negli ultimi giorni di marzo e i primi giorni di aprile, i valori del traffico non mostrano fluttuazioni significative durante i giorni lavorativi. Alla fine della prima settimana di aprile, il calo rispetto all’inizio di marzo è stato del 48.6%, mentre alla fine della seconda settimana il dato è del 47.2%, livelli inferiori a quello massimo osservato il 27 marzo.

Abbiamo raggiunto un livello di plateau, e questo è un dato positivo. Speriamo che rimanga stabile fino a quando il governo non sarà in grado di allentare le restrizioni di blocco, che indurranno sicuramente una tendenza positiva verso la normalità anche nel settore dei trasporti. Il leggero, ma costante aumento del traffico nelle ultime 2 settimane suggeriscono che le aziende di trasporto iniziano a organizzarsi e adattarsi alla nuova realtà in una maniera più efficiente. 

I dati negativi del settore sono confermati anche dalle nuove immatricolazione nel mese di marzo 2020, che hanno subito una flessione del 73.4% (fonte: UNRAE) rispetto a marzo 2019. 

La situazione richiede interventi immediati, sia di supporto per le aziende coinvolte sia di protezione economica dei lavoratori. L’impatto della pandemia di Coronavirus sul settore logistica in Italia è enorme – quasi 100 mila imprese, 1.5 milioni di addetti, 85 miliardi di fatturato nel 2019, il 9% del PIL – senza un intervento immediato si rischia di minare la ripresa dell’intero paese.

Cosa fare?

Nel breve, le aziende di trasporto e il governo dovrebbero collaborare per trovare le migliori soluzioni per mantenere funzionante la catena di approvvigionamento, con particolare attenzione agli standard di salute e sicurezza. La sospensione degli adempimenti, deroghe sui tempi di guida e di riposo dei conducenti o incentivi per interventi di sanificazione degli ambienti di lavoro possono essere soluzioni da applicare da subito per dare una mano al settore dei trasporti e della logistica.

A lungo termine invece, il governo dovrebbe riconsiderare vari aspetti: da un aumento del costo massimo deducibile, ad un maggior livello di quota ammortizzabile, Iva detraibile al 100% e più incentivi per rinnovare il parco auto, eventualmente con veicoli elettrici.

Ad ogni modo, le cose torneranno alla normalità col tempo; una quota significativa di operatori pensa ci possa essere una ripresa veloce, ma verrà richiesto un forte impegno da parte di tutti. Specialmente ai livelli più alti, prendersi maggiori responsabilità potrebbe rendere il trasporto commerciale un settore ancor meglio organizzato e ottimizzato.

 

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